Le azioni Eni
Ne parliamo in questo articolo, offrendo una panoramica del titolo azionario e della società emittente, qualche informazione utile circa i fattori che impattano sulle quotazioni, consigli su come e dove acquistare (o vendere) le azioni.
Infine, parleremo di un aspetto cruciale, per quanto spesso trascurato: la scelta del broker.
Le azioni Eni sono un’occasione?
Prima di procedere con la descrizioni delle azioni Eni è bene rispondere a questa domanda nel modo più preciso possibile. Una domanda più che legittima, dal momento che il mercato azionario abbonda di titoli che meritano interesse.
Ebbene, quando parliamo delle azioni Eni, ovviamente, non stiamo parlando certo di un asset che permette di andare a colpo sicuro (non esistono asset così). Non stiamo nemmeno parlando del miglior titolo azionario in circolazione. Di un titolo azionario che può tornare utile, però, quello sì. Al pari di alcune azioni, ma in maniera nettamente superiore ad altre, le azioni Eni possono offrire molto a chi pratica l’investimento speculativo nel mercato azionario.
Il motivo è semplice… E duplice (come minimo). In primis, va considerata l’importanza strategica di Eni, quindi la sua floridezza dal punto di vista economica e il supporto che, occasionalmente, può ricevere da istituzioni e stakeholder. Eni è semplicemente troppo grande e importante per entrare seriamente in crisi, e quando vive un momento di difficoltà è comunque capace di riprendersi.
In secondo luogo, le azioni Eni sono asset molto leggibili. Proprio per via dell’importanza dell’azienda, è oggetto di analisi e studi da parte degli esperti. Inoltre sono chiare e inequivocabili le correlazioni rispetto al contesto economico, ad alcuni parametri in particolare e, in generale, a tutto ciò che di importante accade in patria e nelle zone di estrazione.
La leggibilità, va detto, è un valore fondamentale per un titolo azionario. Infatti, facilita l’attività di analisi, che nel mercato azionario può raggiungere livelli di difficoltà importanti.
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Eni, un’azienda solida

Eni non ha bisogno di grandi presentazioni ma è comunque utile tracciare una panoramica dell’azienda . Essa nasce nel 1953 da un’idea di Enrico Mattei, che sognava un’Italia indipendente da punto di vista energetico, o almeno in grado di dire la sua nel contesto internazionale. Per lungo tempo Eni è stata una società pubblica, in mano allo Stato, ma a partire dal 1995 è andata incontro a un lento e programmato percorso di privatizzazione. Sicché, già nel 2001, il 70% del capitale era posseduto da privati, il 30% da Cassa Depositi e Prestiti (a sua volta gestita in toto dal Ministero del Tesoro).
Un altro giro di boa fondamentale per Eni è avvenuto nel 2006, quando ha acquisito per via indiretta Snampogetti (attraverso la controllata Saipem). Grazie a tale acquisizione, Eni è diventata un player internazionale nei progetti offshore e onshore, aumentando moltissimo la sua influenza all’estero.
Attualmente, Eni è l’ottava società petrolifera a livello mondiale in quanto a giro d’affari. Nonostante gli sforzi, non è mai entrata stabilmente nel “club delle sette sorelle” ma ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale.
Gli ultimi dati economici a disposizione parlano comunque di un’azienda florida, nonostante le difficoltà di contesto che si sono affacciate già l’anno scorso. Nel 2019, in particolare, Eni ha prodotto un fatturato di 69,9 miliardi di euro e un utile netto di 148 milioni di euro. Attualmente, a testimonianza della sua “floridezza” ha dalla sua parte ben 32mila dipendenti.
Da cosa dipende il valore delle azioni Eni
Le azioni Eni, lo abbiamo già accennato, sono mediamente più leggibili rispetto a quelle di molti altri titoli azionari. Ciò è merito di alcune forti correlazioni con eventi e fenomeni specifici, nonché tutto sommato prevedibili. In breve, le azioni Eni vantano market mover consolidati e ben noti.
Di base, segue il canovaccio di tutte le aziende impegnate nel settore energia. Dunque, il valore delle azioni Eni è estremamente suscettibile del contesto economico generale. Se l’economia “tira”, e dunque la domanda di energia è sostenuta e in crescita, allora le azioni ENI si producono in performance soddisfacenti.
Viceversa, se l’economia è in crisi, la domanda di energia diminuisce poiché diminuiscono le attività produttive, anche le azioni Eni vanno in sofferenza.
Si segnala, poi, un certo legame anche con gli avvenimenti, specie quando scoppiano disordine nei siti di estrazione, i quali possono nei modi più svariati recare danno danno all’attività di Eni.
Ovviamente, come qualsiasi altro titolo azionario, a fare la parte del leone – in termini di impatto sulle quotazioni – sono i dati economici della stessa società emittente. E’ ovvio, se Eni pubblica dei dati sul fatturato e sugli utili al di sopra delle attese, le sue quotazioni tendono ad aumentare. Viceverse, se delude su questo fronte, le quotazioni vanno incontro a un calo più o meno marcato.
In linea di massima, la presenza di market mover di questo tipo, unita all’abbondanza di analisi e paper di professionisti (in genere a capo di banche commerciali e istituti equivalenti) rendono le azioni Eni asset più leggibili della media.

Eni quotazione in tempo reale
Eni quotazione in tempo reale… E’ necessario conoscerla. Informarsi spesso sul prezzo, e monitorarlo con precisione, è il primo passo per svolgere un’attività di investimento basata sulla razionalità e sulla conoscenza. Qui sotto trovate un grafico in tempo reale che mostra esattamente il valore delle azioni Eni.
Non che le quotazioni Eni diano più grattacapi rispetto alla media dei titoli azionari dello stesso settore. Da questo punto di vista, siamo di fronte a un titolo azionario.
Guardando il grafico a un anno potreste fraintendere, e pensare a Eni come a una società in profonda crisi. Il grafico va contestualizzato: il 2020 è stato falcidiato dall’emergenza sanitaria, dall’interruzione delle attività produttive e dalla catastrofica crisi economica che ne è scaturita. Non sorprende, dunque, il tonfo a partire dal 21 febbraio, la ripresa non risolutiva della tarda primavera e dell’estate, i movimenti laterali di autunno.
Un immagine veritiera delle azioni Eni, al netto delle pressioni esterne e inevitabili, è data dalle vicende dal 2016 al 2019, lasso di tempo nel quale le quotazioni sono aumentate complessivamente del 12% circa. In ogni caso, Eni ha retto “la botta” molto meglio di aziende del medesimo settore merceologico.
Come investire sulle azioni Eni
Come si investe e come si guadagna con le azioni Eni? Ebbene, proprio come qualsiasi altra azione. Gli approcci sono due.
- Investimento a lungo termine. Lo scopo è tenere a lungo le azioni, e di vendere solo quando il loro valore è di gran lunga superiore a quello di acquisto. Nel frattempo, si gode dei dividendi che l’azienda concede. E’ l’approccio classico, delle persone comuni.
- Investimento speculativo. Lo scopo è sfruttare le oscillazioni di prezzo che caratterizzano da sempre il mercato azionario, in modo da generare surplus con una frequenza maggiore. E’ un approccio potenzialmente assai redditizio, ma complicato e messo in campo principalmente dai trader.
Questi due approcci possono essere portati avanti attraverso un trading diretto, che prevede l’acquisto delle azioni vere e proprie, o attraverso un trading indiretto, che prevede l’uso di prodotti derivati. Questi pongono le azioni (come qualsiasi altro asset) a sottostante e ne seguono i movimenti di prezzo.
Fare trading con i prodotti derivati, e in particolare con i CFD, significa pagare meno commissioni e avere meno vincoli (ovvero quelli dettato dalla proprietà effettiva).
La scelta del broker è fondamentale
Potete conoscere tutto di Eni, riuscire a comprendere i movimenti di prezzi e addirittura anticipare il mercato. Tuttavia, se non avete dalla vostra parte un buon broker rischiate di vanificare tutto. Il broker è una risorsa fondamentale, anche perché di fatti disegna l’ambiente entro cui il trader opera. Può essere un ambiente “pulito”, che consente un’attività fluida. Di contro, può essere un ambiente ricco di “asperità” che può ostacolare il cammino del trader.
Ora, scegliere un broker onesto è tutto sommato semplice, basta verificare il possesso della licenza. Scegliere un broker di qualità è difficile, in quanto il contesto è praticamente saturo ed è probabile provare disorientamento.
Noi vi consigliamo di tagliare la testa al toro e puntare direttamente a uno dei migliori broker in circolazione, Plus500.
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Plus500 è uno dei grandi nomi del trading con i CFD. La sua fama è giustificata da servizi di qualità, dai costi contenuti e da un’offerta enorme.
Infatti, mette a disposizione migliaia di asset afferenti ai mercati più svariati, azionario compreso. E’ specializzato nel trading CFD.
La politica dei prezzi è davvero accomodante, a tal punto che le commissioni sono azzerate. Esse, a dire il vero, sono sostituite dagli spread, che sono mediamente bassi e sempre dichiarati, sebbene variabili (cambiano da asset ad asset).
Ovviamente è possibile fare trading in leva. Plus500 concede infatti la possibilità di utilizzare una leva finanziaria secondo le regole stabilita dalle autorità.
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