Quali sono le per azioni Eni le previsioni per il 2021? O, per meglio dire, per il secondo semestre del 2021? Se lo chiedono coloro che hanno già investito in Eni, chi ha posizioni aperte sul relativo titolo azionario, chi pensa di investire ma ancora non ha ben chiare le prospettive future. D’altronde, il contesto è incerto, poiché incerto è il periodo – economico e non – che stiamo vivendo. Il mondo è in una fase di transizione, a metà strada tra l’emergenza e la ripresa. Questo clima si ripercuote anche sugli investimenti, generando ora volatilità ora una parossistica tendenza all’attesa. Eppure i segnali da cogliere e analizzare sono tanti.
Cercheremo di farlo in questo articolo. Dopo aver fatto una panoramica di Eni, analizzeremo le sue performance in questo 2021, sia dal punto di vista azionario che prettamente economico. Successivamente, proveremo ad azzardare una stima, la quale ovviamente va presa con le pinze. Forniremo qualche consiglio per fare trading e opereremo una distinzione tra le modalità di investimento attualmente a disposizione.
Infine, faremo luce su un aspetto purtroppo trascurato ma in grado di impattare profondamente sulle speranze di profitto: la scelta del broker.
Un focus su Eni
Prima di procedere con le evidenze circa le performance delle azioni Eni e le previsioni per il 2021 è bene fare una panoramica sulla stessa Eni. D’altronde, conoscere nel dettaglio le caratteristiche di una società emittente rappresenta un passaggio propedeutico a un’attività degna di questo nome, potenzialmente profittevole.
In realtà, Eni non ha bisogno di chissà quale presentazione. Stiamo parlando della più grande società italiana, sebbene questo primato sia di tanto in tanto scalfito da Enel. Ad ogni modo, ecco qualche coordinata.
Eni è stata fondata nel 1953 dal leggendario Enrico Mattei, il cui scopo era rendere l’Italia indipendente dal punto di vista energetico. Per molti decenni Eni è stata una società statale ma dal 1995 ha subito un processo di trasformazione che l’ha portata a una privatizzazione più o meno completa. A inizio secolo Eni era già per il 70% privata, mentre il 30% del capitale era (ed è) detenuto dallo Stato per mezzo di Cassa Depositi e Prestiti.
Un passaggio fondamentale della storia recente di Eni è avvenuto nel 2006, quando ha acquisito Snamprogetti. In virtù di tale acquisizione, Eni ha iniziato a giocare un ruolo importante a livello internazionale per quanto concerne i progetti offshore e onshore.
Eni, in questo preciso momento storico, non fa parte delle celebri sette sorelle. Dunque, almeno in linea teorica, non è un membro delle proverbiali sette sorelle. Si trova però a ridosso, e infatti è l’ottava società petrolifera in quanto a giro d’affari. D’altronde, è in grado produrre decine di miliardi di euro all’anno in fatturato, e qualche centinaio di milioni di euro in utili.
Certo, nel 2020 ha sofferto come tutte le società petrolifere. D’altronde, la spaventosa crisi economica indotta dalle chiusure ha generato un calo della domanda di petrolio, che si è ripercossa più o meno su tutti i player. In relazione al 2020, Eni ha realizzato un fatturato di 43,99 miliardi di euro, in calo del 37% rispetto all’anno precedente; e un utile di soli 66 milioni.
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Valore azioni Eni: cosa lo muove
Al fine di stimare le performance di Eni, è bene conoscere i fattori che ne muovono le quotazioni. In breve, i market mover. A tal proposito va detto che Eni, un po’ come tutte le società petrolifere, brilla in leggibilità. I market mover estendono la propria influenza in modo tutto sommato regolare, persino prevedibile. Segnale, questo, di un solido legame con l’economia reale e con il contesto economico-finanziario.
Ad ogni modo, il primo market mover di cui tenere conto è, per l’appunto, il contesto economico generale. Se l’economia è in crescita, infatti, cresce anche la domanda di petrolio e di conseguenza i servizi di Eni – come di qualsiasi altra società petroliferi – vengono richiesti con maggiore intensità. Quanto sia conseguente questa dinamica, lo abbiamo registrato in questo anni di difficoltà sanitarie ed economiche.
Ovviamente, anche il prezzo del petrolio genera un impatto profondo sulle quotazioni di Eni. In linea di massima quando il petrolio si deprezza Eni ne ricava un certo detrimento, in quanto i suoi guadagni si riducono.
Un altro aspetto cui prestare attenzione è molto più prosaico, meno tecnico: le vicende che coinvolgono i siti di estrazione. Non è un caso che certe zone siano predi di sconvolgimenti, persino di conflitti sociali se non addirittura bellici. In quell’occasione, diventa difficile per una società petrolifera mantenere elevati gli standard di produzione, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista economico.
Ovviamente, in quanto società quotata in borsa, a contare sono soprattutto le performance nel mercato di riferimento. Eni, come tutte le altre società del resto, sono tenute a informare regolarmente su stato patrimonio, fatturati, utili etc. Proprio queste informazioni rappresentano un importante mezzo di orientamento per gli investitori.
Infine, vanno presi in considerazione anche le analisi e i paper che vengono pubblicati regolarmente dagli esperti. Alcuni hanno una visione di insieme, altri più particolareggiata, ma possono essere considerati come materiali utili a fini analitici, e per trarre evidenze su cui basare la propria strategia di investimento.
Quotazioni Eni
A prescindere dai propri obiettivi di investimenti, dall’orizzonte temporale che si intende abbracciare e dalle modalità di trading che si desidera adottare, è bene conservare una certa consapevolezza circa il valore delle azioni in portafoglio. Ciò, ovviamente, riguarda anche Eni, i cui titoli azionari pur non soffrendo di particolare volatilità esprimono comunque delle oscillazioni rilevanti.
Dunque, il primo consiglio che ci sentiamo di fare a chi vuole investire nelle azioni Eni è il seguente: monitorate le quotazioni. Il grafico dovrebbe essere ben fornito, con espliciti riferimenti ai periodi passati. Qui di seguito ne trovate uno molto completo.
Azioni Eni previsioni 2021: una stima
Dunque, cosa dire sulle azioni Eni e sulle previsioni per il 2021? Certo, nessuno ha la palla di vetro, e qualsiasi evidenza, benché frutto di analisi e ragionamenti, lascia il tempo che trova. In parole povere, non si va oltre il concetto di “stima”.
Fatte queste precisazioni, possiamo affermare che le quotazioni di Eni nutrono una certa speranza di proseguire nel trend ascendente che dura, tra alti e bassi, da parecchi mesi. Secondo alcuni esperti, dagli attuali 10 euro circa (giugno 2021) potrebbe giungere a quota 12. Tuttavia, affinché questo evento si verifichi. è necessario che alcune condizioni vengano esaudite.
In primis, che il prezzo del petrolio non subisce contraccolpi, e che continui nel suo trend moderatamente ma costantemente ascendente.
In secondo luogo, che la ripresa economici si riveli veramente stabile. Quest’ultimo punto è particolarmente controverso, in quanto dipende dall’esito della pandemia. Per ora, anche grazie alle vaccinazioni, le prospettive sono positive e vi è un cauto ottimismo.
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Per investire sulle azioni Eni i forum sono veramente utili?
Il primo pensiero, quando si cerca di indagare sul futuro di un asset, è di cercare aiuto o, per meglio dire, scandagliare le opinioni altri. I forum rappresentano una buona risorsa da questo punto di vista? D’altronde, i forum sono in declino in tutti i contesti eccetto che in quello del trading (e pochi altri).
L’opportunità di scambiare opinioni, visioni e analisi è ancora particolarmente sentita dai trader, e i forum sembrano offrire qualcosa in più rispetto ai social, disturbati da troppi rumori di fondo.
Dunque sì, i forum risultano ancora utili. A patto, però, di non riversare su di essi eccessive aspettative. Sono popolati da trader, dopotutto. non indovini, dunque occorre prendere con le pinze qualsiasi cosa di relativo al futuro si legga al loro interno.
Consigli per investire sulle azioni Eni
Vale la pena fornire qualche consiglio per chi vuole investire sulle azioni Eni e, in generale, sugli asset delle azioni petrolifere.
Praticate l’analisi tecnica. Sotto molti punti di vista, le azioni petrolifere non si discostano da quelle degli altri settori. Dunque, l’analisi tecnica, quella realizzata per mezzo di oscillatori e indicatori, rimane centrale.
Praticate molta analisi fondamentale. Di contro, le petroliere sono estremamente suscettibili delle notizie che giungono dall’esterno. La questione riguarda sia le performance dell’economia reale sia le vicende geopolitiche.
Monitorate il prezzo del petrolio. Il prezzo dell’oro nero, nonostante i proclami di transizione energetica, rimane ancora il market mover fondamentale per qualsiasi titolo petrolifero, Eni compresa.
Trading diretto o indiretto?
Vi è poi da decidere, o da confermare, la modalità di trading da adottare. Le alternative sono due.
Trading diretto. Ovvero, l’acquisto e la vendita di azioni reali allo scopo di generare un surplus, magari in un orizzonte di tempo lontano, e godere dei dividendi. E’ il metodo più classico, ma non particolarmente adatto al trading veloce. Anche perché le commissioni di solito sono elevate, spesso fisse.
Trading indiretto. Ovvero, l’investimento sui prodotti derivati che pongono gli asset come sottostanti. Sono più agevoli, meno costosi. L’unico vero difetto è che non consentono di ricevere i dividendi, in quanto non vi è un possesso reale delle azioni.
La scelta è tra i Future e i CFD. I Future sono ufficiali, ma relativamente pochi. Inoltre, costano un po’ di più, soprattutto a livello commissionale. I CFD sono emessi dai broker, quindi sono presenti in gran numero. Sono Over The Counter, ma comunque sicuri, stante la regolamentazione “estrema” di cui sono oggetto gli stessi broker. In genere, sono molto meno costosi: le commissioni sono basse, di tanto in tanto vengono addirittura azzerate.
La scelta del broker
Eccoci al tema finale, la scelta del broker. Un momento, questo, spesso sottovalutato ma in realtà capace di incidere enormemente sulla propria carriera di trading. Individuare un broker onesto è facile, è sufficiente verificare il possesso di una licenza. Eppure, non basta: è necessario individuare un broker di qualità, che sappia porsi dalla parte del trader. Molto più complicato, visto i tanti fattori in gioco.
Il consiglio è di tagliare la testa al toro, e di puntare su uno dei migliori broker in assoluto: Plus500
Cosa offre Plus500
Plus500 è uno dei broker più famosi in assoluto. La fama è meritata, visto il gradimento che emerge dai feedback e l’effettiva qualità dei suoi servizi. Di Obrinvest stupisce in primis l’offerta, che è assolutamente varia e ampia. Mette a disposizione centinaia e centinaia di CFD, afferenti a tutte le asset class esistenti. Ovviamente, abbondano i CFD che hanno le azioni come sottostanti, azioni di ENI comprese.
Un altro punto a favore di obrinvest è l’approccio ai costi. Esso è davvero accomodante, in grado di porsi dalla parte del cliente. Il deposito minimo iniziale è basso, sicché tutti possono iniziare a fare trading. Le commissioni sono azzerate, sostituite da spread che variano in base alla liquidità e alle caratteristiche dell’asset. Anche le modalità di prelievo sono adeguate alle esigenze dei trader, e non pongono in essere alcuna difficoltà.
Obrinvest mette a disposizione il trading in leva. Il rapporto di leva varia in base al sottostante ma è in ogni caso coerente con la normativa. Dal punto di vista tecnico,Obrinvest eccelle per la quantità di strumenti analitici che mette a disposizione, e che sono realmente in grado di fare la differenza per chi vuole fare trading con approccio scientifico e razionalità.
Ottima, inoltre, l’assistenza. Essa è raggiungibile attraverso una pluralità di canali ed è disponibile in numerose lingue.
Obrinvest mette a disposizione anche un account demo, con il quale è possibile fare pratica con la piattaforma e prendere la mano ancora prima di investire denaro.
Infine, le interfacce sono sia all’avanguardia e complete, che di facile utilizzo. In una sola schermata è possibile impostare un intero trader. A portata di clic trovate le impostazioni più avanzate, come l’entrata condizionata a un dato prezzo, lo Stop Loss e il take Profit. E’ possibile inoltre salvare tra i preferiti gli strumenti da tradare, in modo da non doverli cercare a ogni trade.
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I CFD sono strumenti complessi e presentano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. Il 72% dei conti degli investitori al dettaglio perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Assicuratevi di conoscere il funzionamento dei CFD e di potervi permettere di correre questo alto rischio di perdere il vostro denaro.