Azioni Total: come investire per migliorare le proprie speranze di successo

Se state pensando di investire nelle azioni Total , in quanto attratti dalla fama del marchio, riflettete un attimo. Non perché siano poco convenienti, tutt’altro. Bensì perché investire in una compagnia petrolifera di queste proporzioni richiede un bagaglio di conoscenze significativo, che riguardi sia l’azienda in sé, sia le dinamiche di mercato che l’attraversano.

In questo articolo vi offriamo una panoramica delle azioni Total, entrando nel dettaglio dei market mover e degli strumenti di investimento, fornendo allo stesso tempo qualche consiglio utile per aumentare le proprie chances di profitto. Infine, tratteremo un argomento cruciale, che può incidere in maniera determinante sulla propria attività di trading: la scelta del broker.

Le azioni Total rappresentano un’opportunità?

Prima di entrare nel dettaglio delle azioni Total, e di fornire specifiche informazioni a riguardo, è bene rispondere alla domanda delle domande: vale la pena fare trading con queste azioni? Rispondere è meno semplice di quanto si possa pensare, come per qualsiasi altro titolo azionario del resto.

La risposta è comunque affermativa. Sì, vale la pena prendere in considerazione le azioni Total. Sia chiaro, non sono gli asset migliori che possiate trovare in giro, anche perché la perfezione non appartiene a nessun titolo, ma sono comunque più che degne di finire nel vostro portafoglio. I motivi sono almeno tre.

Total è una delle più grandi aziende del suo settore. Nello specifico, è la quarta più grande azienda del settore petrolifero, un vero e proprio colosso che opera in quasi tutti i continenti. Migliori di Total sono solo Royal Dutch Shell, BP ed ExxonMobil.

Total gode di buona salute dal punto di vista economico. La multinazionale non siede sugli allori e, anzi, frequenta i mercati con spirito competitivo. Lo si evince dai suoi dati economici, e in particolare da parametri quali il fatturato, l’utile, la capitalizzazione. La solidità di Total è testimoniata anche dalla sua capacità di “dare lavoro”, nonostante tutto. Il numero dei dipendenti, infatti, sfiora i 100.000.

Total si caratterizza per una certa vitalità. La multinazionale non è attiva solo nel petrolifero, ma anche nel settore chimico. Inoltre, è spesso impegnata in acquisizioni, il ché dimostra la volontà di crescere, la presenza di una chiara visione del futuro, la volontà di incorporare nuove competenze.

Un focus su Total

Entriamo adesso nel dettaglio nell’argomento Total, ma nella veste di azienda, non di titolo azionario.

Total è una multinazionale francese impegnata principalmente nell’estrazione e nella distribuzione del petrolio, ma è molto attiva anche nel settore del gas naturale, della petrolchimico e nella gestione delle stazioni di servizio. Frequenta dunque vari passaggi della filiera, e ciò gli permette di avere una chiara visione del mercato.

Total è stata fondata nel 1924 con il nome di Compagnie Française des Pétroles. Solo nei primi anni Cinquanta ha assunto il nome “Total”. Sempre in quel periodo ha acquisito l’italiana Aquila, prima di una lunga serie di acquisizioni. Tra le più importanti in assoluto, quella della belga Petrofina nel 1999. L’anno dopo è stata la volta della francese ELF Aquitaine.

Di recente, nel 2018, Total ha acquistato il 74% delle azioni di Direct Energie, entrando a gamba tesa nel settore dell’energia, a tal punto da fare serie concorrenza a EDF (l’Enel francese) e alla famosa (anche in Italia) Engie.

Total vanta una presenza capillare in buona parte del mondo. In Italia opera con Total Italia S.p.A., che è una controllata di Total. Le manovre della multinazionale francese hanno riguardato anche realtà italiane. Infatti, nel 2010 si è fusa con la ERG Petroli, dando vita alla TotalERG.

Come già anticipato, Total è un’azienda in salute dal punto di vista economico. A tal proposito, vale la pena citare due dati: quello del fatturato e quello degli utili, che poi sono gli unici in grado di testimoniare in maniera plastica lo stato di salute di un’azienda. Ebbene, nel 2019 Total ha registrato un fatturato di 177,412 miliardi di euro, praticamente quanto un piccolo stato. Sempre nello stesso anno, ha registrato 11.267 miliardi di utili, che è una cifra davvero ragguardevole.

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I market mover delle azioni Total

Eccoci giunti alla parte dei “consigli”. I primi riguardano gli elementi da analizzare per fare trading con cognizione di causa, per comprendere in quale condizione versa il mercato e, in prospettiva, riuscire a intuire i movimenti futuri. Per quanto concerne i cosiddetti market mover, ovvero gli avvenimenti e i fenomeni che incidono sui prezzi, Total si comporta grosso modo come le altre compagnie petrolifere.

Dunque, a impattare sono soprattutto i dati economici, che appuntano testimoniano la capacità dell’azienda di dominare il settore di riferimento, di competere con le altre società, di riuscire a scalare posizioni e portare a termine progetti di lungo periodo.

Di certo, le azioni Total sono influenzate dalle performance del petrolio. D’altronde, se il petrolio si svaluta per il resto del mondo può essere una buona notizia in quanto carburante e benzina costeranno meno, ma è un grave problema per le aziende petrolifero, che il petrolio devono venderlo.

Soprattutto, a incidere sulle azioni Total sono le performance dell’economia reale. Francese, in primis, dal momento che la sua presenza è ancora preponderante in patria, ma più in generale vanno analizzate le prestazioni dell’economia mondiale. Se il Prodotto Interno Lordo si contrae o arranca, se la produzione industriale diminuisce, ecco che la domanda di carburante, di energia etc. subisce una battuta d’arresto, con tutto ciò che ne consegue per i guadagni di Total e delle altre aziende petrolifere.

Infine, il consiglio è anche di seguire le notizie su Total, anche quelle che non riguardano specificatamente il suo core business. Total è un gigante, molto spesso interloquisce con le istituzioni o è involontario oggetto di interesse da parte di queste ultime. Se queste relazioni determinano nocumento per la multinazionale francese, ciò ha sicuramente un impatto sulle quotazioni.

Total quotazione in tempo reale

Qui sotto trovate un grafico con le quotazioni Total in tempo reale. E’ assolutamente fondamentale monitorare il prezzo delle azioni Total, se volete fare del trading degno di questo nome. Ovviamente, questo consiglio riguarda tutte le azioni, anzi… Tutti gli asset.

Cosa si può dire delle quotazioni Total? Ebbene, attualmente sono tra le azioni del settore che pagano di più, e superano quelle ENI (giusto per fare un paragone con quanto di meglio l’Italia può esprimere) con un rapporto di 5 a 1, all’incirca.

Le azioni Total si sono rese protagonisti di una rivalutazione costante, per quanto intervallata da alcuni ritracciamenti (corrispondenti alle crisi globali), fino al gennaio del 2020. Anche a seguito della crisi sanitaria ed economica scaturita dal coronavirus, le azioni Total si sono deprezzate. Negli ultimi mesi del 2020 sembrano aver trovato una certa stabilità, e un principio di trend ascendente.

Come fare trading con le azioni Total

Quali sono gli strumenti più adatti per fare trading con le azioni Total? Anche in questo caso, la multinazionale segue il canovaccio delle altre società.

Per rispondere a questa domanda, è necessario comprendere a quale tipologia di investimento si sta puntando. A lungo termine? Speculativo?

La scelta è sostanzialmente tra due alternative.

  • Investimento a lungo termine. In questo caso lo scopo è acquistare le azioni e rivenderle nel tempo, quando hanno generato un surplus considerevole, e nel frattempo godere dei dividendi che la società decide di emettere.
  • Investimento speculativo. In questo caso lo scopo è sfruttare le oscillazioni dei prezzi. Si opera dunque a stretto giro, acquistando e vendendo azioni a un ritmo accelerato. Chi adotta questo metodo non gode dei dividendi.

La prima alternativa è quella classica, alla portata di tutti, magari con l’aiuto di un consulente. L’acquisto delle azioni è “reale”, proprio per ottenere gli eventuali dividendi, cedole etc.

La seconda alternativa è quella più coraggiosa e rischiosa. Tuttavia, è quella potenzialmente più profittevole, in quanto non vi è alcun limite teorico alle oscillazioni dei prezzi. Nella fattispecie, si opta per l’utilizzo di strumenti particolari, ovvero dei prodotti derivati che utilizzino le azioni come sottostanti e che possano essere scambiati con più rapidità.

Esistono principalmente due classi di prodotti derivati: Future e CFD.

I Future appartengono ai mercato regolamentati, sono emessi da enti istituzionali e sono presenti in numero limitato.

I CFD (Contract For Differences) sono emessi invece direttamente dai broker, sono numerosi e sono anche meno costosi. Infatti, la loro origine (broker, anziché organi ufficiali) alleggerisce i costi.

Di base, i CFD sono sicuri. Non saranno regolamentati, certo, ma i broker che li emettono sì, e per giunta in modo stringente.

Attenzione alla scelta del Broker

Infine, affrontiamo un argomento cruciale, che molti trader pongono in secondo piano: la scelta del broker. Anche e soprattutto da essa dipendono le speranze di successo. Infatti, il broker non si limita a fungere da intermediario tra l’utente e il mercato, ma predispone l’ambiente entro cui lo stesso utente opera. Tale ambiente può essere comodo, e metterlo nelle condizioni di operare con successo, o limitante.

Individuare un broker onesto è semplice: fanno fede le licenze erogate dagli enti di regolamentazione. Individuare un broker competente è già complicato. Noi consigliamo di tagliare la testa al toro e puntare direttamente su uno dei migliori broker in circolazione: Plus500.

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Plus500 è uno dei broker più conosciuti. La sua fama è giustificata dall’elevato livello qualitativo dei suoi servizi, che nel tempo hanno catturato l’attenzione di migliaia e migliaia di trader in giro per il mondo.

E’ un broker specializzato nel trading CFD. L’offerta è sconfinata, ed è molto nutrita anche sul fronte petrolifero. Ovviamente, mette a disposizione i CFD sulle azioni Total.

Uno dei punto di forza di Plus500 è l’approccio ai costi, che è accomodante e si pone a favore dei trader. Il riferimento è alle commissioni, che sono addirittura assenti, e agli spread, che sono estremamente bassi benché variabili.

Plus500 consente di fare trading in leva. Per la precisione, il rapporto di leva è in linea con quanto predisposto dalle autorità. Va detto, comunque, che la leva è sì uno strumento di accelerazione dei guadagni, ma è anche potenzialmente pericoloso.

Infine, si segnala un servizio di assistenza davvero efficiente, in grado di supportare l’utente.

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I CFD sono strumenti complessi e presentano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. Il 72% dei conti degli investitori al dettaglio perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Assicuratevi di conoscere il funzionamento dei CFD e di potervi permettere di correre questo alto rischio di perdere il vostro denaro.