Domanda di petrolio: l’EIA fa il punto 2020 e pubblica le stime per i prossimi due anni

01.02.2021. L’EIA (Energy Information Administration) ha pubblicato qualche giorno fa lo Short Term Energy Outlook di gennaio. L’elaborazione del documento ha fornito l’occasione, al massimo organismo USA di monitoraggio dell’energia, per fare il punto su quanto accaduto nel 2020 e per produrre alcune stime relative ai prossimi due anni. Particolare interesse ha suscitato la parte relativa al petrolio, e nello specifico al consumo del petrolio.

Lo scenario tratteggiato dall’EIA mostra contorni poco confortanti, a causa principalmente dell’intreccio tra le difficoltà economiche poste in essere della pandemia e consumo di energia. Per quanto concerne il 2020, invece, i dati sono estremi negativi, ma ciò non rappresenta una novità per nessuno, dal momento che le dimensioni del disastro sono noti a tutti, e da molto tempo.

I numeri dell’EIA

Interessanti sono le cifre dell’EIA, ovvero la parte in cui quantifica le perdite generatesi nel 2020 e le variazioni attese per il 2021 e per il 2020. Nello specifico, nell’anno appena concluso il consumo di petrolio è diminuito del 9%, giungendo fino a una media di 92,2 milioni di barili al giorno. E’ il calo maggiore dal 1980, che tra l’altro segna l’inizio delle serie storica curata dall’EIA. 

Per quanto concerne le prospettive per il prossimo biennio, EIA dipinge un quadro in chiaroscuro. Sì, il consumo del petrolio è destinato ad aumentare e a tornare a livelli che possano suggerire una qualche normalità, ma difficilmente il settore potrà recuperare il terreno perduto.

Nel dettaglio, EIA prevede per il 2021 un aumento del 6& del consumo di petrolio, pari al 5,6 milioni. Per il 2022 invece prevede un ulteriore aumento di 3,3 milioni di barili (sempre al giorno). In questo contesto, rilevante sarà il contributo degli Stati Uniti. Il solo paese nordamericano, infatti, registrerà un aumento di 1,4 milioni di barili nel 2021. 

Un rapido calcolo rivela che, nonostante questi aumenti, alla fine del 2022 il consumo del petrolio sarà inferiore del 3% rispetto a quello del 2019. 

Le stime dell’EIA fanno il paio con quelle dell’OPEC, che prevede – entro la fine del 2021 – un consumo di petrolio inferiore di 5 milioni di barili al giorno rispetto al periodo pre-pandemia. 

Uno scenario incerto

Nonostante i numeri dell’EIA facciano pensare a un percorso già tracciato, per quanto non esattamente confortante, lo scenario rimane molto incerto. Non ci sarebbe da stupirsi, se l’EIA tagliasse le stime nei prossimi mesi. D’altronde, lo ha già fatto di recente: le previsioni pubblicate a gennaio sono peggiori di quelle pubblicate a dicembre. 

La verità è che il destino del petrolio è appeso a un filo, come lo è quello dell’economia in generale. Le speranze di crescita economica dipendono dagli esiti della lotta alla pandemia, che nel 2021 sta vivendo alti e bassi. Da un lato, l’approvazione di molti vaccini, dall’altro la comparsa di nuove varianti e le difficoltà nella distribuzione dei vaccini stessi, che sta arrancando persino in molti paesi del ricco Occidente. 

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