Greggio, petrolio WTI e Brent… Sono tutti termini che in qualche modo hanno a che vedere con il trading e con il commercio del petrolio. Molti, soprattutto principianti, fanno fatica a stare dietro a queste espressioni, sicché è bene fare una panoramica dei significati e chiarire le differenze tra tutti questi elementi. Lo facciamo in questo articolo.
La differenza tra greggio e petrolio
Per chi non ha ancora maturato un bagaglio di conoscenze sufficiente a intraprendere un’attività di investimento in questo ambito, il petrolio è semplicemente… Petrolio. A loro, dunque, sfugge la differenza tra greggio e petrolio propriamente detto. In primo luogo è bene fare una precisazione: per quanto l’immaginario collettivo suggerisca la distinzione tra greggio e petronlo, in realtà l’unica vera distinzione possibile è tra greggio e petrolio raffinato.
Il greggio è semplicemente il petrolio “crudo”, nella sua forma originale, così come viene estratto nei giacimenti. In quella forma è praticamente inservibile e dunque è necessariamente soggetto alla lavorazioni di diverso tipo. Il trattamento principale corrisponde alla raffinazione, ovvero alla divisione dei tagli, aventi ciascuno un diverso peso molecolare.
I tagli con un peso molecolare Inferiore andranno a costituire la materia prima principale per la realizzazione di carburante, sia di quello riservato al trasporto che di quello riservato alla movimentazione delle macchine. I tagli con un peso molecolare maggiore, invece, sono adibiti alla produzione di sostanze edili, dunque di guaine e coperture (per esempio il bitume).
L’attività di trading riguarda esclusivamente il greggio. Per sineddoche, si utilizza però il termine petrolio, almeno in italiano. La lingua inglese, invece, rende meglio il suo reale significato. Come sicuramente già sapete, nella fattispecie si utilizza il termine crude oil.
Le due principali tipologie di petrolio
Se è vero che l’unica vera distinzione (per così dire) tecnica riguarda il grado di raffinazione, è altrettanto vero che è possibile operare una distinzione dal punto di vista geografico. Stiamo parlando della distinzione più famosa in assoluto, quella a cui fanno riferimento analisti e operatori dell’informazione: WTI e Brent.
Il petrolio WTI viene estratto negli Stati Uniti e nello specifico in Nord Dakota, Louisiana e Texas. WTI è l’acronimo di Western Texas Intermediate. Si tratta di un petrolio di altissima qualità, caratterizzato da un grado di purezza elevato, così elevato da facilitare grandemente il processo di raffinazione successivo all’estrazione.
Il petrolio Brent è invece estratto nel Mare del Nord, tra la Norvegia e la Gran Bretagna. E’ un petrolio leggermente più “sporco” rispetto al WTI.
WTI e il Brent, ovviamente, sono prezzati in modo diverso. Quale dei due costa di più? Logica vorrebbe che a costare di più fosse il WTI, anche perché di qualità nettamente superiore. Tuttavia, la palma di petrolio più costoso va al Brent. I motivi sono essenzialmente due. In primo luogo, la produzione è inferiore e incide sul rapporto tra domanda e offerta. Secondariamente, il Brent si trova già in mare e ciò facilita molto le attività logistiche. Essendo più facilmente trasportabile, è il petrolio “preferito” dai paesi orientali, i quali contribuiscono stimolano enormemente la domanda.
Ovviamente, il WTI e il Brent non sono le uniche tipologie di petrolio, anche perché i punti di estrazione abbondano e di certo non fanno riferimento sono agli Stati Uniti e all’Europa del Nord. Tuttavia, sono quelli maggiormente commerciati e che concentrano i maggiori sforzi estrattivi. In virtù di ciò, dominano la scena degli investimenti. Quando si parla di trading sul petrolio, in realtà si fa riferimento al trading sul WTI e sul Brent.
Le modalità di investimento
Una volta chiariti i significati degli elementi che ruotano attorno all’attività di investimento, è bene fornire qualche indicazione utile a beneficio di chi si approccia al trading. Di certo, un aspetto fondamentale è quello che riguarda le modalità di investimento. Tali modalità presentano delle particolarità rispetto al trading con altri asset class, in particolare valute e azioni.
La differenza è più grande consiste nell’impossibilità sostanziale di praticare il trading diretto sul petrolio. Mentre è possibile commerciare con azioni reali e valute altrettanto reali, ciò è precluso quando l’oggetto del contendere è il petrolio. È impossibile, oltre che ridicolo, acquistare e vendere “reali” barili di petrolio. Si rende dunque necessario fare riferimento prodotti derivati. La strada del trading indiretto è l’unica percorribile.
I prodotti derivati più diffusi sono i Futures e i CFD (Contract For Difference). Questi strumenti replicano fedelmente i movimenti di prezzo del sottostante, che in questo caso è il petrolio.
Ovviamente, fare trading con i CFD e con i futures non comporta il possesso della asset reale, ma consente comunque di sfruttare adeguatamente i movimenti di prezzo, soddisfacendo le esigenze di base dei trader e degli investitori.
La differenza tra i Futures e CFD consiste nella struttura di base e nelle modalità di emissione. I Futures sono emessi da enti istituzionali, mentre i CFD sono emessi direttamente dai broker in quanto fanno riferimento a un mercato non ufficialmente regolamentato (od Over The Counter che dir si voglia).
In virtù di ciò, i Futures sono presenti in numero inferiore, sono legati a un numero maggiore di vincoli e sono di norma più costosi. Discorso radicalmente diverso per i CFD. Non è un caso che la maggior parte dei Trader preferisca questi ultimi ai futures.
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Cosa muove il prezzo del petrolio greggio
L’unico modo per fare trading con cognizione di causa e in maniera razionale consiste nel profondere il massimo sforzo nell’attività di analisi. E’ grazie all’attività di analisi che è possibile comprendere le dinamiche attuali del prezzo e raccogliere dati sufficienti per stimare i movimenti futuri
A sua volta, per praticare una buona analisi è necessario avere ben chiaro in mente quali sono i fattori che incidono sul prezzo del petrolio. Essi riguardano sia la domanda che l’offerta.
Dal punto di vista della domanda, a incidere sono le performance delle economie reali dei vari paesi. Per esempio, se l’economia va a gonfie vele, allora la domanda di petrolio (che una materia prima insostituibile alle attuali condizioni) aumenta. Di conseguenza aumenta anche il prezzo. Discorso opposto se invece l’economia attraverso un periodo di crisi.
Dal lato dell’offerta, è necessario prendere in considerazione due macro-elementi. In primis le decisioni dell’Opec, le quali possono imporre un taglio della produzione, magari per colmare un calo dei prezzi. Ovviamente, se la produzione viene ritagliata, l’offerta ne risente e il petrolio si apprezza.
In secondo luogo, è necessario monitorare attentamente ciò che accade a livello politico e internazionale. Il riferimento è ai disordini che possono esplodere proprio in quelle regioni in cui è alta la concentrazione di giacimenti petroliferi. Fenomeno, tra l’altro, per nulla raro e che da qualche decennio a questa parte incide in maniera determinante sul prezzo del petrolio.
Notizie petrolio WTI e Brent, perché è importante monitorarle
Dunque necessario monitorare le notizie petrolio WTI e Brent, anche quelle che a primo acchito danno l’impressione di non avere nulla a che vedere questa materia prima. Esse, infatti, possono esercitare un impatto notevole se non addirittura determinante. E’ necessario un livello di attenzione elevato, e anche una certa capacità di interpretare il quadro delle relazioni internazionali, che può apparire davvero completo.
Si tratta di una esigenza imprescindibile, e che va soddisfatta, pena il rischio di essere colti di sorpresa da una oscillazione di prezzo importante e (per l’appunto) riconducibile proprio alle vicende extra-mercato.
Quotazione petrolio WTI e Brent, un grafico esaustivo
Ovviamente, è necessario monitorare il prezzo in tempo reale del petrolio, così come quello di ogni altro asset su cui si investe. Solo in questo modo è possibile mantenere ben saldo il polso della situazione, fare trading con cognizione di causa, sempre consapevoli di quanto sta accadendo. Qui sotto trovate un grafico sulle quotazioni Petrolio wti e Brent in tempo reale, sempre aggiornato e facilmente consultabile.
L’importanza di scegliere un buon broker
Un altro requisito per aumentare le chance di successo della propria attività di trading consiste nel fare affidamento a buon broker. Per “buon” non si intende solo “onesto”, ma anche in grado di offrire servizi di alta qualità. Scovare un broker semplicemente onesto è tutto sommato semplice. Non lo è, invece, trovare un broker di qualità. Il consiglio è di tagliare direttamente la testa al toro e optare per uno dei migliori CFD broker in circolazione: Plus500.
Un focus su Plus500
Plus500 è uno dei grandi nomi del panorama del broker CFD. La sua fama è giustificata da un elevato livello di qualità dei servizi. E’ in grado infatti di disegnare attorno al trader un ambiente stimolante, confortevole, capace di metterlo nella condizione di generare profitto.
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Ovviamente, Plus500 è anche un broker è sicuro, come dimostra la presenza di licenze erogate dai più severi enti di controllo. Il riferimento è soprattutto alla Cysec, che a favore di Plus500 ha rilasciato la licenza n.152 del 2014.
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