Lunedì 8 febbraio 2021: Brent a 60 dollari, cosa sta succedendo?

Le performance del Brent

8.02.2021. Nella giornata di oggi, lunedì 8 febbraio 2021, il Brent ha superato quota 60 dollari al barile. Un risultato straordinario, se si pensa ai timori di esperti e analisti circa le performance dell’oro nero e le difficoltà inevitabili lato domanda. Infatti, la crisi economica morde ancora e tutti i problemi legati alla pandemia sono ancora sul tavolo.

E’ ancora presto per saltare alle conclusioni, sia per quanto concerne questa prima parte del 2021 sia per quel che riguarda l’anno in genere, tuttavia le prestazioni del Brent fanno ben sperare, e alimentano le prospettive più ottimistiche.

L’anno in corso potrebbe rivelarsi meno “disastroso” di quanto previsto. Ricordiamo che tra EIA, FMI ed enti internazionali, ben pochi prevedevano un Brent oltre 55 dollari. La stessa OPEC aveva posto l’accento sul fatto che sì, la domanda sarebbe aumentata, ma non abbastanza da compensare le perdite del 2020. 

Le regioni del Brent a 60 dollari

Cosa sta accadendo? Non capita tutti i giorni che le stime degli analisti rischino di essere smentite in un modo così evidente. In realtà, le ragioni di questo balzo in avanti sono abbastanza chiare e, come al solito, vanno rintracciati al di fuori delle contrattazioni, in contesti diversi da quello delle contrattazioni. Ovvero, vanno rintracciate nelle performance economiche. 

In particolare, sono le economie asiatiche a segnare performance migliori del previsto. Sulla Cina c’è poco da dire, dal momento che è uscita dalla crisi ormai da parecchi mesi, e si sta comunque difendendo con efficacia dalla pandemia, mentre l’Occidente sta ancora boccheggiando. Circa la Cina, però, è bene menzionare le misure prese a protezione del mercato tecnologico, culminate con le multe ai giganti del web cinesi. Evidentemente, gli investitori hanno visto di buon occhio la lotta a una concorrenza più equilibrata, e i tentativi di scioglimento dei monopoli.

Per quanto concerne le economie asiatiche in generale, si segnala la pubblicazione del MSCI Asia-Pacifico, che ha registrato un aumento dello 0,5% e si è portata vicino al suo massimo storico.

Il commercio mondiale, poi, si sta muovendo verso una maggiore stabilità. Il merito va al nuovo corso dell’amministrazione USA. Niente di nuovo sotto al sole, ma le recenti affermazioni di Biden, secondo cui i rapporti con la Cina saranno molto diversi rispetto ai tempi di Trump, hanno certamente mosso (in positivo) i mercati. 

La questione della ripresa

Inoltre, è evidente che gli investitori stiano scommettendo sulla ripresa economica, galvanizzati dalle buone notizie sul fronte dei vaccini. Infatti, i tre paesi più avanti con le vaccinazioni, ovvero Stati Uniti, Regno Unito e Israele, stanno sperimentando o un drammatico calo dei contagi o una riduzione altrettanto drastica delle ospedalizzazioni.

Queste speranze reggeranno alla prova dei fatti? Non è dato saperlo, e il clima è ancora incerto, soprattutto se si pensa ai possibili danni provocati dalle varianti sudafricana e brasiliana, che minacciano di rendere poco efficaci gli attuali vaccini.