11.03.2021. Il mercato del petrolio è stato spesso influenzato dalle vicende libiche. Potrebbe esserlo ancora nell’immediato futuro, ma questa volta a causa di una notizia positiva. Finalmente, la Libia ha varato un Governo Unitario, che riunisce sotto lo stesso esecutivo le due entità statali nate dalla caduta di Gheddafi, e che si sono fatti la guerra nel corso degli ultimi anni.
Una notizia che in passato avrebbe occupato le prime pagine dei giornali, in Italia come nel resto d’Europa, visto i legami tra le compagnie del Vecchio Continente e i giacimenti libici, ma che è passata un po’ in sordina a causa dei problemi interni sul fronte sanitario, economico e sociale. La notizia ha però una sua rilevanza, in generale dal punto di vista geopolitico, in particolare, dal punto di vista degli investitori.
La situazione in Libia
Nella giornata del 10 marzo 2021 il Parlamento libico ha votato la fiducia a un Governo Unitario che possa riunire Tripoli e Bengasi. Le speranze che questo avvenimento possa mettere la parola fine ai contrasti tra ovest ed est sono vibranti, anche perché giunge dopo il cessate il fuoco di ottobre ed è frutto di trattative serrate. Il governo, per inciso, è guidato da Abdul Hamid Ddeibeh, apprezzato tanto dalla dirigenza tripolitana quanto da quella cirenaica.
Il governo è nato con un carattere provvisorio. Il suo scopo principale, oltre ad agevolare una pacificazione e proteggere i principale asset economici della Libia, è quello di portare il paese alle elezioni di dicembre 2021. E’ evidente, dunque, il tentativo di una normalizzazione politica e istituzionale della Libia.
La produzione petrolifera della Libia tra ripresa e instabilità
L’avvento di un governo di unità nazionale sostenuto sia dall’est che dall’ovest, ovvero dalla Tripolitania e dalla Cirenaica (senza dimenticare il Fezzan) certamente impatterà sul mercato del petrolio e, in primo luogo, sulla produzione petrolifera della Libia. D’altronde, ciò di cui ha bisogno il paese, anche da un punto di vista meramente produttivo, è la stabilità.
A dire il vero, la produzione petrolifera ha fatto già segnare imponenti miglioramenti. Dal cessate il fuoco, siglato a ottobre del 2020, la Libia ha aumentato costantemente la produzione di petrolio, passando da 100.000 barili al giorno al 1,3 milioni. Tuttavia, all’aumento si è accompagnata una tendenza all’instabilità, all’incostanza. Ebbene, con il varo del nuovo governo, si stima da un lato un ulteriore aumento della produzione, e dall’altro lato una stabilizzazione pressoché totale. Le previsioni parlano di un aumento di 150.000 barili al giorno.
I risvolti per il mercato del petrolio
I numeri sono impressionanti, anche perché prima dell’ultima crisi la Libia produceva “solo” 1,25 milioni di barili. Tutto ciò avrà un effetto nel mercato del petrolio? Potrebbe averlo, ma tutto dipende comunque dall’OPEC. La Libia fa parte a pieno titolo dell’ente, dunque è subordinata alle sue decisioni.
Tuttavia, è probabile che vengano prese in considerazione le eventuali esigenze della Libia, visto il terreno che deve ancora recuperare. Insomma, le pressioni circa una riduzione dei tagli o, addirittura, un cambio di rotta, potrebbero intensificarsi.