L’OPEC allenta i tagli alla produzione, ma il petrolio si muove in modo inaspettato

08.04.2021 .L’ultima riunione dell’OPEC è sfociata in un allentamento dei tagli alla produzione di petrolio. Una decisione in parte attesa, visto i parametri in miglioramento. Non era attesa, non da tutti, la reazione “rialzista” degli investitori. Nelle ore immediatamente successive alla decisione, il prezzo del petrolio è addirittura aumentato. 

Di norma, dovrebbe accadere il contrario: quando l’offerta si amplia, i prezzi scendono. Questa volta non è accaduto. Perché? Proviamo a rispondere.

Cos’ha deciso l’OPEC

L’OPEC ha deliberato un allentamento dei tagli pari a 2,1 milioni di barili. Una decisione che da più parti era stata caldeggiata. D’altronde, la domanda di petrolio sta aumentando più rapidamente del previsto, nonostante i problemi economici e sanitaria di buona parte del mondo occidentale e persino dei mercati emergenti. 

Ma ci sono anche altri motivi che hanno spunto l’OPEC ad allentare la presa sui tagli. Il più rilevante è l’aumento dei costi per l’energia che sta interessando alcuni paesi, e che minaccia squilibri.

Non va comunque accantonata l’ipotesi secondo cui l’OPEC sia intenzionata a diluire i tagli in un periodo di tempo esteso, lasciando al contempo uno spiraglio per fare dietrofront, nel caso in cui l’aumento dell’offerta generasse squilibri. In questa prospettiva, la riduzione di 2,1 milioni di barili – che in effetti è moderata per quanto secondo alcuni prematura – sarebbe solo il primo di una lunga serie di passi. 

La reazione dei mercati

Di norma, quando l’offerta aumenta, i prezzi dovrebbero diminuire. Il principio di base è sempre lo stesso: la legge della domanda e dell’offerta. Di certo altri fattori concorrono a “sporcare” l’impatto di questo principio nel mondo reale, ma di certo le reazioni completamente opposte non sono frequenti. 

Eppure, in questo caso, tali reazioni si sono verificate. Il prezzo del petrolio è aumentato in media del 4% nelle ore immediatamente successiva alla decisione. 

Per quale motivo? Le possibili spiegazioni sono due. In primo luogo, gli investitori potrebbero aver temuto un allentamento ben più pesante, visti i parametri in netto miglioramente e le previsioni ottimiste dell’EIA

In secondo luogo, gli investitori potrebbero essere oggetto del medesimo ottimismo, dettato da una speranza di uscita dalla crisi più intensa e diffusa di quanto non fosse qualche mese fa. In questa prospettiva, le spinte rialziste dettate dall’opinione generale avrebbero superare le spinte ribassiste dettate dall’allentamento dei tagli, anche perché tale allentamente, come si è visto, non è stato affatto imponente.

Una riflessione sul futuro del petrolio

Un’altra ipotesi è che il pensiero degli investitori stia andando a fattori ribassisti ben più solidi del timido allentamento dell’OPEC. Da qui a qualche mese il panorama potrebbe cambiare. Oggetto di interesse di analisi e trader, infatti, è la supposta intenzione dell’Arabia Saudita di recuperare “alla grande” i tagli che si è autoimposta qualche mese fa.

Il vero convitato di pietra è l’Iran, che potrebbe uscire presto dall’embargo. In quel caso, l’offerta di petrolio a livello internazionale aumenterebbe, e di molto, aprendo scenari di svalutazione tali da far impallidire la tenue mossa dell’OPEC dell’altro ieri.