Quale sarà il prezzo del petrolio nel prossimo anno? E’ una domanda che ricorre spesso, quando l’anno corrente sta per concludersi. Questa volta, però, tale quesito assume contorni diversi, e la risposta sembra ancora più incerta. La verità è che, a essere più incerto, è il contesto. Rispetto agli anni passati, ci sono una pandemia e una spaventosa crisi economica da fronteggiare. Tutto ciò si riverbera inevitabilmente nelle quotazioni dell’oro nero, con tutto ciò che ne consegue per la stabilità delle aziende petrolifere e per i piani degli investitori.
Con questo articolo intendiamo fare luce su un argomento che si preannuncia piuttosto oscuro o, nella migliore delle ipotesi, molto caotico. Ovviamente, nessuno detiene la sfera di cristallo, e tutte le previsioni vanno prese con le pinze, ma è pur vero che gli elementi per ragionarci su non mancano, così come gli spunti di riflessione e qualche appiglio per avanzare una stima. Tanto più che a citare cifre e dinamiche vi sono cimentati analisti, esperti e persino istituzioni.
Di seguito, troverete delle stime sul prezzo del petrolio del 2021, ma anche un’analisi più estesa delle sfide che l’anno venturo riserverà agli investitori. Infine, tireremo le somme e forniremo qualche consigli per fare trading con l’oro nero nel 2021.
Prezzo del petrolio, l’opinione dell’EIA e quella degli analisti
In genere, il petrolio è considerato uno tra gli asset più leggibili in assoluto. D’altronde, il prezzo è determinato da elementi piuttosto chiari, i quali incidono in modo tutto sommato lineare, coerente. Questi elementi riguardano principalmente l’economia reale, che a sua volta impatta sulla domanda del petrolio. In buona sostanza, come già saprete, quando l’economia “tira”, allora la domanda di petrolio sale, in quanto tendono ad aumentare le attività produttive. Di conseguenza, il petrolio si apprezza. Ovviamente, accade l’esatto contrario se l’economia “arranca”.
Ora, questa leggibilità rischia di essere messa in crisi dal contesto economico, politico, sociale e soprattutto sanitario. Nel prossimo paragrafo parleremo più approfonditamente delle sfide che questo 2021 riserverà, ma intanto è bene rilevare che a guidare i movimenti del petrolio, così come di tantissimi altri asset, sarà l’eventuale ripresa economica, a sua volta legata alle vicende sanitarie.
Nonostante il rischio di smentita, anche a breve (il contesto muta in fretta), l’EIA non si è tirata indietro e ha comunque elaborato delle stime piuttosto precise. L’EIA, ovvero l’Agenzia Internazionale dell’Energia, non è nuova a stime di questo tipo. Anzi, le pubblica regolarmente.
Ad ogni modo, cosa prevede l’EIA circa il prezzo del petrolio nel 2021? Partiamo dalle cifre nude e crude, differenziando per quanto possibile tra Brent e WTI, i due benchmark principali, i quali tendono a produrre quotazioni diverse (ma non troppo).
Ebbene, l’EIA prevede che il Brent costerà in media 47 dollari al barile durante il 2021. Per quanto concerne il WTI, l’EIA non si è espressa in maniera diretta, dal momento che in genere si occupa solo di stimare – a mo’ di benchmark appunto – i prezzi del “petrolio del mare del nord”. Tuttavia, dal momento che il WTI segue sempre a stretto giro il Brent, ponendosi un paio di dollari al di sotto, è possibile immaginare un West Texas Intermediate a una media di 45 dollari al barile.
Insomma, l’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede un 2021 tutto sommato piatto. Non mancheranno picchi al ribasso e al rialzo, e fasi particolarmente volatili. Molto banalmente, non dovrebbe cambiare molto rispetto alle ultime settimane del 2020. La visione dell’istituto, dunque, non è granchè ottimista. Lo si evince anche dall’analisi approfondita che ha elaborato circa i volumi di scambio e, più in generale, l’andamento della domanda del petrolio.
Ebbene, secondo l’EIA, la domanda di petrolio, o più precisamente di greggio, diminuirà di 170.000 barili al giorno per tutto il 2021. Una stima molto pessimistica, anche rispetta a quella del terzo trimestre, già giudicata da molti eccessiva.
Insomma, l’arrivo dei vaccini e l’atteso ma purtroppo “eventuale” ritorno alla normalità non determineranno un’inversione di tendenza circa la domanda di petrolio. A soffrire, da questo punto di vista, sembrerà essere destinata ancora una volta l’Europa, che inizierà il 2021 con i dati sul contagio peggiori in assoluto, almeno rispetto ad aree geografiche più popolose, con tutto ciò che ne conseguirà per l’economia e le speranze, a questo punto flebili, di ripresa.
L’EIA, ovviamente, non è stata l’unica ad avanzare delle previsioni. Anzi, molti analisti si sono cimentati, dati alla mano. Da questo punto di vista, appare interessante il lavoro di Reuters, che ha condotto un sondaggio presso centinaia di analisti sparsi per il mondo. Ebbene le conclusioni, pur non stupendo particolarmente (le cifre sono comunque vicine) si sono rivelate diverse rispetto a quelle dell’EIA. Diverse… E’ un po’ più ottimistiche.
Il pool di analisti contattati da Reuters hanno indicato in media un prezzo del petrolio Brent per il 2021 pari a 49 dollari. Due dollari di differenza rispetto alla cifra indicata dall’EIA, ma tanto basta per giudicata la loro opinione meno catastrofista.
Una cifra, quella dei 49 dollari, che comunque è sinonimo di una grande incertezza. Se il futuro, visto da settembre, sembrava abbastanza fulgido, ora è abbastanza oscuro. Ciò, unito al fatto che comunque è alle porte la distribuzione di massa dei vaccini anti-covid, fa pensare… E parecchio.
Le sfide del 2021
Il 2021 non sarà un anno come gli altri. A dire il vero, nemmeno il 2020 lo è stato, come sapete. Tuttavia, l’anno prossimo rischia di assumere dei connotati davvero speciali, e risultare sorprendente, se non addirittura adrenalinico. Il mondo entra nel 2021 con il fiato sospeso, con la speranza che potremmo lasciarci alle spalle la pandemia, le restrizioni, la crisi economica e l’instabilità. Questo auspicio è condiviso anche dagli investitori, trader del petrolio compresi.
Per certi versi, le sfide per i trader del petrolio assomigliano alle sfide dei trader di qualsiasi altro asset. Oggi più che mai, tutti gli investitori sono sulla stessa barca. Visto il legame forte tra petrolio ed economia reale, tuttavia, i trader dell’oro nero sembrano sostare su una parte del barca se possibile meno sicura rispetto agli altri.
Fatte queste precisazioni, certo con una punta di amarezza, proponiamo una panoramica dei grandi temi/sfide che gli investitori del petrolio dovranno affrontare nel 2021.
La fine della pandemia
E’ il tema dei temi. D’altronde, l’emergenza sanitaria ha stancato tutti, da nord a sud da est a ovest. Non c’è un paese che non abbia sofferto, e in termini di vite umane e in termini di crisi economica (perdita di produzione, aumento della disoccupazione, diminuzione del reddito etc.). Le pandemie esplodono, imperversano e finiscono, è così da sempre. Dunque, anche questa prima o poi dovrà finire. Il problema è il “quando”.
Certo, l’entrata in scena dei vaccini anti-covid fa ben sperare e sono in molti a credere che questi daranno il colpo di grazia alla pandemia già nel 2021, o addirittura nei primi mesi dell’anno. Tuttavia, permangono delle incognite. Non tanto sull’efficacia, quanto sulla capacità distributiva dei vari paesi. E’ ovvio che dalla fine della pandemia dipenda la ripresa economica, e dalla ripresa economica dipendano le quotazioni del petrolio. Da qui, l’assoluta centralità del tema.
La ripresa economica
Non può mancare la ripresa economica, tra le sfide che questo 2021 porrà dinnanzi ai trader del petrolio (e non solo). Una sfida, questa, che verrà giocata a prescindere dall’efficacia dei vaccini, per quanto la partita possa cambiare a seconda dell’efficacia di questi ultimi.
La ripresa economica, è bene dirlo, si preannuncia molto complicata. Anche nella migliore delle ipotesi, anche immaginando che la somministrazione dei vaccini vada a buon fine e questi si rivelino efficaci non solo nel proteggere il ricevente ma anche a bloccare l’infezione, serviranno parecchi mesi prima di raggiungere una copertura sufficiente a lasciarci questo brutto periodo alle spalle, senza contare i mesi che, successivi al ritorno alla normalità, saranno necessari per intraprendere un cammino di solida espansione economica.
Vi è poi il rischio che le cose non vadano esattamente per il verso giusto, e che il mondo debba affrontare chiusure generalizzate, o magari a spizzichi e bocconi, come abbiamo visto in questi ultimi mesi del 2020. In questo contesto, non è facile immaginare una ripresa della domanda del petrolio. Non è un caso che sia l’EIA che gli analisti contattati da Reuters, abbiano previsto un prezzo dell’oro tutto sommato piatto rispetto alla situazione attuale (certo con diversi gradi di pessimismo/ottimismo).
La policy monetaria
Questo è un tema che gli investitori, non solo del petrolio ma anche degli altri mercati, dovrebbero tenere d’occhio. Infatti, le scelte delle politiche monetarie incidono in maniera molto pesante sugli investimenti, direttamente su quelli valutari, indirettamente ma in maniera comunque significativa su tutti gli altri.
Vi è incertezza anche sulle politiche monetarie, non solo sulle economie reali. Attualmente, le banche centrali permangono in una posizione ultra-espansiva, che ha pochi precedenti nella storia. Tuttavia, siamo nel campo dell’emergenza, e la corda potrebbe non reggere ancora a lungo. La situazione monetaria potrebbe rivelarsi sostenibile e convincere le banche centrali, se non a cambiare rotta, comunque a rallentarla. In questo caso, i contraccolpi sull’economia reale sarebbero evidente, e di conseguenza anche sulla domanda di petrolio.
La policy dell’OPEC
Anche l’OPEC è destinata a giocare un ruolo da protagonista nel 2021. D’altronde, tende a finire in secondo piano solo nelle fasi meno concitate, più tranquille, quando il mercato può essere lasciato libero di fare il suo corso. Di norma, quando la domanda del petrolio scende, o si rivela per lunghi periodi inferiore a quanto auspicato, l’OPEC interviene, ovviamente cercando di ridurre l’offerta. In parole povere, taglia la produzione.
Potrebbe farlo anche nel 2021. Tuttavia, c’è un “ma”. Proprio come le banche centrali, anche l’OPEC rischia di concludere l’anno con le armi spuntate. Semplicemente, anche l’OPEC ha tirato troppo la corda. Questo, ovviamente, potrebbe causare una nuova discesa della quotazione del petrolio.
L’aumento della produzione negli Stati Uniti
Questo è un tema importante, ma che allo stesso tempo non gode della visibilità che merita. La verità è che gli Stati Uniti potrebbero essere costretti ad aumentare la produzione. Infatti, di recente sono stati scoperti nuovi giacimenti in territorio americano, e le società petrolifere hanno già investito molto denaro nell’estrazione. Per questo motivo, molto difficilmente accetterebbero un taglio della produzione, anzi è più probabile che cercheranno di aumentarla, in modo da recuperare gli investimenti.
Questi, alla luce di una domanda in crisi o comunque stagnante, potrebbe cagionare una discesa delle quotazioni certo non pesante (gli USA non sono gli unici paesi a produrre petrolio ovviamente) ma comunque significativa, in grado di incidere sull’attività di investimento.
L’aumento del valore del dollaro
Infine, l’apprezzamento del dollaro. E’ un tema importante, dal punto di vista tecnico e sostanziale. D’altronde, il petrolio di acquista in dollari, e i due asset (oro nero e biglietto verde) sono correlati in modo inverso.
Il rischio che il dollaro si apprezzi, e di conseguenza si deprezzi il petrolio, è presente. Il motivo è semplice: l’economia americana, nonostante la crisi sanitaria imperante, sta reggendo – o per meglio dire recuperando – meglio del previsto.
Per adesso è solo un’ipotesi, anche perché è difficile immaginare uno scatto imperioso dell’economia statunitense. Reggere bene è diverso da crescere. In ogni caso, la forza del dollaro dipende anche dalla forza dell’euro, che è la sua principale concorrente. Si tratta comunque di un tema che potrebbe tenere banco, e che dunque merita un monitoraggio.
Consigli per fare trading con il petrolio nel 2021
Fare trading con il petrolio nel 2021 potrebbe essere un po’ diverso rispetto al 2020, al 2019 etc. Il motivo risiede nelle peculiarità che il nuovo anno minaccia di esprimere.
Sia chiaro, si tratta pur sempre di investire sul petrolio, le modalità sono sempre le stesse, così come le azioni da mettere in campo. Tuttavia, è probabile che il trader debba bilanciare in maniera diversa prassi e attività, conferendo maggiore importanza ora all’una ora all’altra.
L’importanza dell’analisi tecnica…
L’analisi tecnica ovviamente si rivelerà una risorsa fondamentale. Da questo punto di vista, non si segnalano novità di sorta, se non la necessità di monitorare con maggiore attenzione i volumi, e le dinamiche di accumulo e di distribuzione.
Se è vero che il 2021 minaccia di essere un anno caotico, magari ricco di sorprese, con tanti interrogativi costantemente aperti, allora non è difficile ipotizzare una volatilità maggiore del solito.
Da qui, la necessità di implementare l’analisi tecnica su questo fronte, senza ovviamente trascurare tutti gli altri.
… E dell’analisi fondamentale
L’anno prossimo potrebbe richiedere un surplus di analisi tecnica. Il petrolio è un asset che dipende molto dai market mover, dagli eventi che, da una posizione esterna al mercato, impattano sui prezzi.
Le sfide e i temi che terranno banco nel 2021, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, riguardano situazioni economiche, sociali, persino sanitarie. Ciò significa che gli “eventi” potrebbero assumere una importanza ancora maggiore di quanto non facciano di solito.
Il consiglio è dunque di monitorare le news, e di stare attenti a notizie in grado di irrompere nel mercato e generare impatti sui prezzi notevoli e repentini.
Affidatevi a un buon broker
Questa è un’indicazione valida sempre e comunque, ma lo è ancora di più quando si profilano all’orizzonte ostacoli significativi o momenti di incertezza, come potrebbe accadere nel 2021.
Perché il broker è importante? Semplice: disegna l’ambiente entro cui il trader opera, un ambiente che può essere comodo e mettere nelle condizioni di guadagnare, oppure in grado di frapporre ancora più ostacoli tra il trader e il successo.
Trovare un broker onesto è facile, d’altronde il sistema di regolamentazione, almeno nel mondo occidentale, è efficace. Difficile è trovare un buon broker, ovvero uno capace di erogare servizi all’altezza, senza richiedere grosse spese.
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