09.04.2021 .La decisione dell’OPEC di allentare i tagli alla produzione ha aperto nuovi scenari per il prezzo del petrolio. Scenari che rimangono comunque di difficile interpretazione e previsione, visto l’impatto che – oggi più che mai – esercitano i fattori esterni. Facciamo il punto della situazione, prendendo come riferimento le opinioni di una importante banca d’affari.
La decisione dell’OPEC
Durante l’ultima riunione, l’OPEC si è trovata a gestire alcune pressioni contrastanti. Da un lato, coloro che proponevano un drastico allentamento dei tagli, impauriti dall’aumento del prezzo del petrolio. Dall’altro, chi suggeriva prudenza, e quindi la prosecuzione della stagione dei tagli radicali.
Ebbene, come era lecito aspettarsi, ha vinto la via di mezzo. L’OPEC ha optato sì per un allentamento, ma per un allentamento moderato. Secondo molti analisti, lo scopo dell’assemblea è di procedere per gradi, e verificare gli effetti delle decisioni passo dopo passo, in modo da riservare la possibilità di decidere un eventuale cambio di rotta.
Ad ogni modo, l’OPEC ha deliberato una riduzione dei tagli per 2,1 milioni di barili al giorno. Ci si attendeva un calo dei prezzi, come spesso accade quando l’offerta viene direttamente o indirettamente ampliata, ma a quanto pare il prezzo del petrolio, sia del WTI che del Brent, sta tenendo.
Uno strano rapporto domanda e offerta
Per valutare gli scenari più probabili da qui ai prossimi mesi è necessario mettere a confronto domanda e offerta. Il petrolio è un asset come gli altri, sotto certi punti di vista, dunque è soggetto a questo banale e importante principio.
Per quanto concerne l’offerta, la situazione è più complicata di quanto si possa pensare. In primis perché non è detto che l’OPEC non proceda con un nuovo allentamento moderato. In secondo luogo perché alcuni grandi produttori si apprestano a prendere decisioni unilaterali. Per esempio, l’Arabia Saudita è intenzionata ad accantonare il taglio di un milione di barili al giorno che si è auto-imposta qualche mese fa.
Per quanto concerne la domanda, l’EIA ha sostanzialmente confermato le previsioni, rivedendole però leggermente al ribasso.
Dunque, con i numeri attuali, stando al calcolo di Morgan Stanley, la domanda dovrebbe comunque superare l’offerta. Da qui la previsione secondo cui anche il WTI potrebbe raggiungere entro l’anno i 70 dollari al barile.
I fattori esterni che gravano sul prezzo del petrolio
Qualsiasi previsione circa il medio periodo, tuttavia, è viziata dall’impatto drammatico dei fattori esterni. Su tutti, la lotta alla pandemia. D’altronde, è bastato un timido aumenti dei casi negli Stati Uniti per rallentare la corsa del WTI. Se la pandemia verrà sconfitta entro l’anno, come si auspica da più parti, la domanda crescerà come da previsione, altrimenti le carte in tavolo subiranno un rimescolamento.
Ovviamente, una situazione in cui la domanda scendesse ulteriormente, consegnerebbe il prezzo del petrolio a un trend discendente, e spingerebbe l’OPEC a fare marcia indietro, promuovendo nuovi tagli al posto di un allentamento. La conclusione è dunque la seguente: tutte le stime vanno prese con le pinze.